Sommario
La situazione attuale sul mercato abitativo desta ancora preoccupazioni. È vero che la situazione si è leggermente allentata rispetto all’anno precedente, ma il prezzo da pagare sono notevoli aumenti dei canoni di locazione, nonché un incremento dei costi di utilizzo per la proprietà. Questa riduzione della domanda dovuta a prezzi più alti grava sui nuclei familiari più grandi in fase di cambiamento, che rappresentano circa il 22% delle famiglie in trasloco (famiglie, nuclei multipersonali). L’approvvigionamento complessivo di tutti i nuclei rimane comunque garantito, sebbene l’onere dei costi abitativi sia aumentato dal 2018 sia per l’affitto sia per l’acquisto, e per i redditi più bassi la situazione risulti piuttosto impegnativa. Almeno, gli effetti dell’inversione dei tassi di interesse sono ormai quasi del tutto assorbiti. Per il parco esistente, nel 2025 è previsto solo un moderato aumento dei costi abitativi.
La situazione non cambierà rapidamente. Nel 2025 è prevista una crescita molto ridotta del parco abitativo, ulteriormente influenzata dal fatto che, nelle aree urbane, le nuove costruzioni spesso rappresentano ricostruzioni sostitutive, senza un grande impatto quantitativo. Tuttavia, l’aumento dei permessi di costruzione e delle domande di costruzione consentirà, almeno dal 2026, di prevedere nuovamente tassi di crescita più elevati. Ciò non deve far dimenticare che, a medio termine, con il perdurare dell’aumento del numero di nuclei familiari, vi è una forte necessità di intervento, poiché l’espansione del numero di abitazioni deve avvenire sempre più all’interno delle aree già edificate. Un allentamento temporaneo, come quello osservato lo scorso anno, eventualmente favorito anche da una minore immigrazione, non deve distogliere l’attenzione dalle sfide a lungo termine.