Quasi nessun ulteriore aumento dei costi per il parco esistente, ma un’attività edilizia persistentemente insufficiente
A causa delle diverse scadenze di finanziamento, l’aumento dei tassi di interesse incide solo gradualmente sui canoni di locazione e sui costi di utilizzo. Per questo motivo, gli effetti dell’aumento dei tassi si sono fatti sentire principalmente nel 2024 sia sugli affitti sia sui costi di utilizzo della proprietà. Tale tendenza terminerà nel 2025.
Il tasso di riferimento, che riflette i costi di finanziamento esterno dei proprietari, è sceso all’1,5% nel 2025, mentre le aspettative di inflazione erano pari all’1% circa all’inizio dell’anno. Di conseguenza, vi è scarso margine per un aumento degli affitti per gli immobili dati in locazione. Tuttavia, poiché i canoni per i nuovi contratti continueranno probabilmente a salire, si prevede comunque una moderata crescita dei canoni sull’intero parco. Diversa è la situazione per la proprietà, dove, a fronte di tassi in calo, diminuiscono anche i costi di utilizzo.
L’aumento previsto dei canoni di locazione per il 2025 è dovuto anche a una crescita molto contenuta del parco abitativo. Un raggio di speranza deriva dall’aumento delle concessioni edilizie nel 2024 e, in misura ancora maggiore, delle domande di costruzione, lasciando prevedere tassi di crescita più elevati a partire dal 2026. Per il 2025, tuttavia, non vi sono segnali di allentamento sul mercato abitativo. Anche a lungo termine, l’incremento del numero di abitazioni probabilmente non terrà il passo con la forte crescita del numero di nuclei familiari, se si considera l’attuale tendenza di densificazione nell’attività edilizia.